Questo è un libro scultura, composto da più pezzi unici che potremmo definire come “pagine”. Si tratta di un oggetto tridimensionale che non si presta alla manipolazione. L’artista affida il proprio messaggio scritto a una superficie precaria, una frase scritta con il carbone su una superficie simile alla terra. Concettualmente quest’opera è apparentata con quella lunga catena di esperienze che nella storia troviamo sotto la definizione di “memento mori ”.

 

 

LIBRO D'ARTISTA

Titolo: “Ho scritto più volte io morirò”

Materiale: Argilla cruda, tessuto e tecnica mista

Anno: 2006-12,

Dimensioni in cm. variabili - (Chiuso cm 35 x 30 x90h)

Installazione dimensione variabile

Peso kg 5.

 

Descrizione dell’opera

Unico esemplare. Questo è un libro scultura, composto da più pezzi unici che potremmo definire come “pagine”.

Si tratta di un oggetto tridimensionale che non si presta alla manipolazione. L’artista affida il proprio messaggio scritto a una superficie precaria, una frase scritta con il carbone su una superficie simile alla terra e alla polvere.

Concettualmente quest’opera è apparentata con quella lunga catena di esperienze che nella storia troviamo sotto la definizione di “memento mori ”.

Iniziai quest’opera ripensando al concetto di morte in quanto evento luttuoso e temibile, un indagine che nel tempo è divenuta più profonda, oggi mi interessa la morte in quanto è un evento reale alla pari del nascere ma che attualmente è anche un tabù.

In modo più ampio tutto il mio lavoro può essere accomunato ad un tema unitario, cioè le forme che assume la vita nel suo dilatarsi e organizzarsi, per ciò come artista prendo i miei soggetti partendo dalla vita, in questo modo ogni mio lavoro entra a far parte di una trama di vita.

È in questo contesto che quest’opera va collocata, il lavoro assume una riflessione sul nostro stesso esistere, la vita umana si presenta fatta di poesia e di piacere, ma anche di pericolo, di costante precarietà, di mancanza di pace. L'unico modo per lenire l'angoscia della lucidità nel confronto con la vita, mi viene concesso dall'agire, nell'applicazione al fare artistico, è in queste condizioni che si svolge il lavoro, la modalità di una frase ripetutamente scritta mi serve a creare “come” una sorta di meditazione e, al contempo, di anestesia.

In quest’opera utilizzo l’argilla cruda, un materiale con il quale ho un rapporto iniziato nell’infanzia. Dall’argilla sono incuriosita dalla crudezza e dalla fragilità, sono interessata a questo materiale in quanto è ancora terra-polvere e voglio esplorarlo senza dover intervenire con il fuoco, in passato ho lavorato con il forno e con la ceramica ma poi ho rinunciato a questo processo di trasformazione del materiale perché mi interessava la emozione primaria del suo essere precario. Ad oggi questa scelta mi ha portato lungo un percorso in cui il materiale “terra” è diventato primario, sopratutto come metafora fisica-corporea.

Tendenzialmente il mio lavoro è di tipo esperimentale in tal senso mescolo materiali diversi, talvolta posso applicare diverse finiture come la cera, il latte di calce e altre sostanze che ritengo idonee, lo scopo resta comunque quello di generare una qualità della superficie che si presti bene ai miei processi di pensiero.

Spesso uso insieme all’argilla cruda anche altri componenti, materiali che scelgo perché penso comunichino e si integrino bene con il mio processo, in egual modo possono comparire degli oggetti all’interno dell’opera, in questo caso entrano a far parte dell’opera e contribuiscono a comunicare ulteriormente all’interno di un determinato dialogo visivo.

Libro d'artista.pdf
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