ARCHISCULTURA - SENTINELLA

ARCHISCULTURA

Titolo dell’opera: “Sentinella ”

Autore: Solares Alejandrina

Anno: 2007-2012. L'opera concettualmente nasce nel 2007 anno in cui l’artista realizza un prototipo ma il progetto si conclude solo nel 2012.  

Genere: Installazione. Archiscultura organica composta da cinque elementi scultorei

Materiali: Fieno, paglia, acqua meteorologica e creta cruda naturale. *L’opera collocata all’aperto è sottoposta a progressivo degrado.

Dimensioni: Ogni elemento scultoreo ha un altezza di circa 200 cm, una larghezza di circa 60cm ed una profondità di circa 60cm, (l'installazione occupa uno spazio variabile che è in relazione al contesto ma l’ingombro massimo non supera i 10 metri quadrati).

Peso: ogni elemento pesa circa 30-40 kg.

 

Descrizione dell’opera:

Sono opere dove il fruitore esperimenta una relazione fisica con la materia. “Sentinella” è un’ArchiScultura organica perche questo lavoro parte da esempi tratti da tradizionali metodi edilizi e scultorei, in questo lavoro una struttura portante è rivestita con una “pelle sensibile” costituita da terra e paglia allo stato plastico, a creare la parete-pelle della costruzione, la paglia forma una struttura fibrosa pluridirezionale che si consolida con la terra. L’opera “Sentinella” è esposta a degrado, la materia "terra" è in evoluzione ed è la registrazione di un complesso di fenomeni naturali.

I materiali che compongono il lavoro partecipano al mondo poetico dell'opera, In maniera spontanea durante il processo creativo sono le opere stesse che indicano- suscitano i materiali, cosi la scelta di "edificare" usando fili di paglia e terra cruda, acqua e aria (materiali tutti organici e deperibili), si è rivelato "un campo di prova di equilibri" ma anche un luogo che riceve e reagisce a modellizzazioni, a tagli e cuciture, alle azioni, al peso, alla gravità. L'artista pensa che questi materiali e la loro lavorazione erano latenti all'interno del proprio mondo poetico, in una tale prospettiva una esperienza vissuta dall’artista (la malattia e il conseguente lutto familiare) hanno fatto affiorare una qualche “memoria preesistente” scatenando poi una manualità e processualità che hanno definito questa forma-contenuto.

La precarietà del corpo è il “luogo” da dove ha inizio quest’indagine, parlare del corpo malato, della sofferenza e della minaccia di morte, che questa condizione rivela, attraverso queste forme è un modo per mettere in atto "un mondo" che appare popolato da presenze capaci di porsi con un forte impatto visivo per poi svelare fragilità e deperibilità, l’artista mette in atto un percorso tra arte, natura e architettura organica, dove l'unico modello possibile per lei è ”il corpo primitivo libero e spontaneo, Sentinella è un modello di corpo precario in equilibrio, fondato su un linguaggio fortemente istintivo. Si tratta di “forme” che si elevano in bilico sfidando la gravità e che potrebbero crollare all’improvviso, anche per l’azione dell’atmosfera con cui sono in naturale contatto.

 

L’artista definisce i Sentinella con queste parole: mi sono lasciata “trasportare dal corpo umano” e mi ha “indicato” queste “forme”, che presentano sotto aspetti diversi un equilibrio precario.

 Per parlare di “precarietà” ho voluto sperimentare come "un corpo" sta in equilibrio e per farlo ho inventato e costruito queste "sculture- totem" poggiati a terra ma che idealmente nella mia mente preferisco collocare al rovescio e "sospesi" nell’aria.

Credo di aver iniziato a esperimentare le "dimensioni degli equilibri" come vera e propria sfida, relazionale, affettiva, spaziale, costruttiva e sociale, solo dopo essere riuscita a scegliere un aspetto del "mondo degli equilibri", e dopo aver individuato una determinata forma da plasmare, realizzata con precisi materiali "costruttivi". Ma Sentinella è anche parte di un percorso che si rivolge alla ricerca di significati su “come funziona il mondo” e su “chi siamo”, iniziai il lavoro osservando:

“una stalammite, un albero piegato, una stalattite o a come il corpo esiste sta in equilibrio e allo stesso tempo può muoversi nel suo ambiente tra stabilità e precarietà,

…. una foglia che cade, gli stelli del grano in un campo”.

Oggi credo che ogni "Sentinella" sia una “bio archiscultura” da pensare come annodatura, tessitura, sistema di reti, rammendo naturale del mondo u altrimenti come creazione inedita di “equilibri naturali” che ha come modello il corpo umano.

Solares Alejandrina Josefina,“Scorticati” oppure “Inutile medicazione di ali di zanzare”, 2007-2012, creta e tessuti vari, vernici, installazione.

Descrizione dell’opera “Quando la sofferenza e la disperazione è insopportabile i miei pensieri mi portano al desiderio inconfessabile di volermi strappare la pelle”. Da questo desiderio nascono gli scorticati, sono sculture in creta alle quali ho strappato la pelle e che ho elevato a simbolo di sofferenza universale. Riferimento all'arte classica e al mito alla leggenda di Marsia e le sue interpretazioni artistiche (Ovidio nelle Metamorfosi e Dante nella Divina Commedia) l'autoritratto di Michelangelo nella Cappella Sistina. Lo scorticamento come sacrificio quotidiano, non c'è sangue, non c'è sesso, non c'è storia ho solo tolto la pelle da una mia scultura.

La pelle è un luogo di trasposizione. La pelle è lo schermo dove avviene quella trasposizione. La creta cruda è la materia viva , il luogo necessario alla trasposizione stessa. Ho tolto la pelle da una mia scultura.

“Scorticati” oppure “Inutile medicazione di ali di zanzare”,
INSTALLAZIONE
“Quando la sofferenza e la disperazione è insopportabile i miei pensieri mi portano al desiderio inconfessabile di volermi strappare la pelle”. Da questo desiderio nascono gli scorticati, sono sculture in creta alle quali ho strappato la pelle e che ho elevato a simbolo di sofferenza. Riferimento all'arte classica e al mito alla leggenda di Marsia e le sue interpretasioni artistiche (Ovidio nelle Metamorfosi e Dante nella Divina Commedia) l'autoritratto di Michelangelo nella Cappella Sistina. Lo scorticamento come sacrificio quotidiano, non c'è sangue, non c'è sesso, non c'è storia ho solo tolto la pelle da una mia scultur
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